Lettera Manifesto della Camera Penale di Diritto Europeo e Internazionale

  1. Pagamento per il Tempo dell’Avvocato
    Il tempo e la conoscenza dell’avvocato costituiscono un patrimonio di valore, frutto di anni di studio e di esperienza, che non può essere svenduto né banalizzato. Anche ciò che può sembrare una “semplice informazione” rappresenta, in realtà, una consulenza a tutti gli effetti, in cui l’avvocato mette a disposizione le proprie competenze per fornire risposte puntuali e accurate. Consultarsi con un legale è un servizio professionale a tutti gli effetti e, in quanto tale, richiede una retribuzione adeguata e rispettosa del lavoro svolto.
  2. Contrastare il “Dumping” delle Consulenze Gratuite
    La pratica di fornire consulenze o informazioni gratuite non solo danneggia la dignità della professione, ma alimenta una concorrenza sleale che impoverisce l’intera categoria. Per evitare il fenomeno del “dumping” delle consulenze gratuite, è essenziale che tutti gli avvocati rispettino la regola della retribuzione per le proprie prestazioni professionali. Chiunque operi in deroga a questo principio dovrebbe essere oggetto di sanzioni disciplinari, inclusa la sospensione, al fine di mantenere alto il decoro e la solidità del mercato legale.
  3. Ripristinare il Ruolo di Filtro dei Consigli dell’Ordine
    I Consigli dell’Ordine devono ritornare a svolgere il proprio ruolo di filtro, vagliando con rigore e discernimento gli esposti disciplinari. Troppo spesso gli avvocati sono trascinati in procedimenti disciplinari per accuse infondate, di scarso rilievo o addirittura strumentali. Un filtro efficace consentirebbe di evitare sprechi di risorse e di preservare l’integrità morale e professionale dell’avvocato, che non dovrebbe temere di essere ingiustamente sottoposto a sanzioni per motivazioni inconsistenti o pretestuose.
  4. Processo Disciplinare Equo e Accusatorio
    Il procedimento disciplinare dovrebbe essere strutturato in modo equo e garantista, simile ai criteri del processo penale, in cui vige il sistema accusatorio. È imperativo che vengano stabilite norme chiare per l’ammissione delle prove e il diritto di difesa, assicurando che l’avvocato non sia giudicato sulla base di semplici illazioni o impressioni, ma attraverso un iter rispettoso dei principi di legalità e giustizia. Solo in tal modo si può garantire un giudizio disciplinare imparziale e non arbitrario.
  5. Il Diritto al Patto di Quota Lite
    Il patto di quota lite, ovvero la possibilità di stabilire una percentuale sui compensi in base al risultato ottenuto, rappresenta una forma di valorizzazione del lavoro dell’avvocato, che non dovrebbe essere vietata. Questa modalità consente di premiare l’impegno e la dedizione del legale, legando il compenso al successo della causa. Si tratta di un diritto legittimo e fondamentale, che tutela l’autonomia professionale e incentiva il raggiungimento di risultati positivi.
  6. Rispetto della Vita Privata dell’Avvocato
    La vita privata dell’avvocato deve essere considerata inviolabile e separata dalla sfera professionale. Scelte personali, preferenze estetiche, vestiario e, in generale, comportamenti che non incidono sulla professione non dovrebbero mai essere oggetto di sanzioni disciplinari. La disciplina forense dovrebbe riguardare esclusivamente la condotta professionale dell’avvocato, rispettando la sua libertà personale e limitando le sanzioni a eventuali comportamenti che incidono direttamente sull’integrità della professione.
  7. Tariffe Professionali Senza Limiti Massimi
    Le tariffe degli avvocati dovrebbero essere disciplinate unicamente da limiti minimi, lasciando la massima libertà alle parti di concordare un compenso congruo. Tornare alle tariffe tabellari pre-riforma consentirebbe di ristabilire l’equità contrattuale tra avvocato e cliente, poiché il compenso pattuito tra le parti non deve mai essere considerato spropositato o iniquo se liberamente concordato. Tale misura contribuirebbe a tutelare la professione da una svalutazione ingiustificata.
  8. Protezione dell’Avvocato dalle Frodi dei Clienti
    La tutela dell’avvocato deve estendersi anche contro le frodi perpetrate dai clienti, come bonifici falsi o mancati pagamenti. L’avvocato non dovrebbe mai essere obbligato a continuare la difesa in caso di inadempienza del cliente. È necessario prevedere una specifica fattispecie di reato, quale la “truffa ai danni dell’avvocato”, che protegga i legali dalle condotte fraudolente, permettendo loro di sospendere l’assistenza in caso di mancata corresponsione degli onorari stabiliti.
  9. Riconoscimento Costituzionale dell’Avvocato
    L’avvocato deve trovare pieno riconoscimento nella Costituzione come parte essenziale del processo e figura fondamentale nella tutela dei diritti. Valorizzare il ruolo dell’avvocato nella società, riconoscendolo costituzionalmente, contribuirebbe a rafforzare il rispetto per la sua funzione di promotore della giustizia e garante dell’equità, elevandolo a vero pilastro della democrazia e della difesa dei diritti fondamentali.
  10. Abolizione dei Gettoni per Cariche Forensi
    Le cariche nelle organizzazioni forensi devono essere espressione di impegno e servizio alla collettività, non una fonte di guadagno personale. L’abolizione dei gettoni di presenza per tali cariche restituirebbe a queste posizioni il loro valore originario, fondato sulla dedizione alla professione e sul rispetto del bene comune, senza che vi sia alcun ritorno economico che ne possa alterare la purezza d’intenti.
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Con questo decalogo auspichiamo un rinnovamento dell’avvocatura, una professione che torni a essere rispettata e protetta nelle sue componenti essenziali, per garantire una giustizia più libera, autorevole e giusta per tutti.

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Federica Tartara

Short CV

Mi diplomo al liceo scientifico nell’anno 2003 e decido di iscrivermi alla Facoltà di Giurisprudenza di Genova, frequento l’università al Corso di Laurea Magistrale con profitto e mi laureo nel 2009 con voto 104/110 discutendo una tesi di diritto processuale penale e diritto penitenziario.

Durante il percorso universitario partecipo al programma Erasmus e trascorro sei mesi ad Alicante in Spagna dove, oltre ad imparare la lingua, frequento corsi universitari superando diversi esami.

Dopo la laurea intraprendo la pratica forense in uno studio legale operante prevalentemente nel campo del diritto penale e nell’anno 2013 ottengo il titolo di avvocato. Inizio quindi a prestare la mia collaborazione presso un prestigioso studio di Genova conosciuto nell’ambito del diritto penale e nel 2022 decido di fondare il mio Studio Legale.
Nell’anno 2014 frequento il Master di II Livello in criminologia e Scienze psicoforensi presso L’Università degli Studi di Genova ottenendo un diploma di laurea.

Negli anni mi sono occupata di numerosi casi (anche di cronaca) fornendo assistenza sia nel campo del diritto penale che civile anche grazie alle diverse collaborazioni intraprese con colleghi operanti in diversi settori del diritto.

Ho prestato altresì attività nel campo della formazione partecipando come docente al Master in Investigative Sciences edizione 2021/2022 organizzato dal prestigioso Studio Legale Cataldi effettuando un approfondimento sul tema del “Codice Rosso”.

Alexandro Maria Tirelli

Short CV

L’avvocato Alexandro Maria Tirelli, ha completato i suoi studi ed il suo cursus honorum in Italia, diplomandosi dapprima al Liceo Classico “Massimo D’Azeglio” di Torino – palestra intellettuale di numerosi pensatori italiani – laureandosi in seguito in Giurispudenza presso l’Università degli studi di quella stessa città, ed ottenendo poi un Master in Diritto dell’Economia e dell’Impresa presso l’Università “Carlo Cattaneo” di Castellanza (Varese).

Dopo una breve carriera quale dirigente d’azienda nell’ambito dell’export, responsabile per l’area legale nei rapporti con il Venezuela ed il Brasile, Alexandro Maria Tirelli decise di intraprendere l’attività forense, iscrivendosi alla pratica ed abilitandosi alla professione dopo aver sostenuto l’esame di Stato. Oggi è iscritto nell’albo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata (n.3240), del Distretto di Corte d’Appello di Napoli, ed esercita la professione quale avvocato penalista, dopo avere svolto un biennio di praticantato presso lo studio legale del presidente della Camera Penale del Foro di appartenenza, l’esimio avv. Antonio Cesarano, oggi  dirigente OUA. Tirelli  ha maturato una significativa esperienza in diritto penale, fondando  3 importanti studi a  Napoli, Roma  e Milano e maturando le sue prime esperienze, partecipando ai più importanti maxiprocessi contro la camorra e la mafia. Ha avviato il proprio studio, unitamente ad altri professionisti, con sedi in Napoli, Roma, Milano, specializzandosi nei reati in materia di stupefacenti, riciclaggio di denaro, omicidio, bancarotta fraudolenta e colpa medica.
Grazie alla conoscenza dello spagnolo, portoghese ed inglese, Tirelli ha avviato collaborazioni continuative  con studi legali internazionali  di primo piano in USA,  Europa e in Sud America, iniziando ad occuparsi di problematiche di diritto penale internazionale (Mandati di arresto europeo, estradizione e di trasferimento di prigionieri alle autorità giudiziarie italiane).

Attraverso la sua rete internazionale lo studio legale è in grado di seguire casi penali nei paesi dell’ America latina  (Rio de Janeiro, San Paolo, Buenos Aires, Bogotà, Medellin, Cali) negli Usa (Miami, New York), nel Regno Unito (Londra) , Spagna (Madrid e Barcellona) e Portogallo (Lisbona). Fa parte della lista ufficiale degli avvocati raccomandati dalla ambasciata degli Stati Uniti in Italia e dal Consolato Britannico di Napoli.