Lettera Manifesto della Camera Penale di Diritto Europeo e Internazionale
- Pagamento per il Tempo dell’Avvocato
Il tempo e la conoscenza dell’avvocato costituiscono un patrimonio di valore, frutto di anni di studio e di esperienza, che non può essere svenduto né banalizzato. Anche ciò che può sembrare una “semplice informazione” rappresenta, in realtà, una consulenza a tutti gli effetti, in cui l’avvocato mette a disposizione le proprie competenze per fornire risposte puntuali e accurate. Consultarsi con un legale è un servizio professionale a tutti gli effetti e, in quanto tale, richiede una retribuzione adeguata e rispettosa del lavoro svolto. - Contrastare il “Dumping” delle Consulenze Gratuite
La pratica di fornire consulenze o informazioni gratuite non solo danneggia la dignità della professione, ma alimenta una concorrenza sleale che impoverisce l’intera categoria. Per evitare il fenomeno del “dumping” delle consulenze gratuite, è essenziale che tutti gli avvocati rispettino la regola della retribuzione per le proprie prestazioni professionali. Chiunque operi in deroga a questo principio dovrebbe essere oggetto di sanzioni disciplinari, inclusa la sospensione, al fine di mantenere alto il decoro e la solidità del mercato legale. - Ripristinare il Ruolo di Filtro dei Consigli dell’Ordine
I Consigli dell’Ordine devono ritornare a svolgere il proprio ruolo di filtro, vagliando con rigore e discernimento gli esposti disciplinari. Troppo spesso gli avvocati sono trascinati in procedimenti disciplinari per accuse infondate, di scarso rilievo o addirittura strumentali. Un filtro efficace consentirebbe di evitare sprechi di risorse e di preservare l’integrità morale e professionale dell’avvocato, che non dovrebbe temere di essere ingiustamente sottoposto a sanzioni per motivazioni inconsistenti o pretestuose. - Processo Disciplinare Equo e Accusatorio
Il procedimento disciplinare dovrebbe essere strutturato in modo equo e garantista, simile ai criteri del processo penale, in cui vige il sistema accusatorio. È imperativo che vengano stabilite norme chiare per l’ammissione delle prove e il diritto di difesa, assicurando che l’avvocato non sia giudicato sulla base di semplici illazioni o impressioni, ma attraverso un iter rispettoso dei principi di legalità e giustizia. Solo in tal modo si può garantire un giudizio disciplinare imparziale e non arbitrario. - Il Diritto al Patto di Quota Lite
Il patto di quota lite, ovvero la possibilità di stabilire una percentuale sui compensi in base al risultato ottenuto, rappresenta una forma di valorizzazione del lavoro dell’avvocato, che non dovrebbe essere vietata. Questa modalità consente di premiare l’impegno e la dedizione del legale, legando il compenso al successo della causa. Si tratta di un diritto legittimo e fondamentale, che tutela l’autonomia professionale e incentiva il raggiungimento di risultati positivi. - Rispetto della Vita Privata dell’Avvocato
La vita privata dell’avvocato deve essere considerata inviolabile e separata dalla sfera professionale. Scelte personali, preferenze estetiche, vestiario e, in generale, comportamenti che non incidono sulla professione non dovrebbero mai essere oggetto di sanzioni disciplinari. La disciplina forense dovrebbe riguardare esclusivamente la condotta professionale dell’avvocato, rispettando la sua libertà personale e limitando le sanzioni a eventuali comportamenti che incidono direttamente sull’integrità della professione. - Tariffe Professionali Senza Limiti Massimi
Le tariffe degli avvocati dovrebbero essere disciplinate unicamente da limiti minimi, lasciando la massima libertà alle parti di concordare un compenso congruo. Tornare alle tariffe tabellari pre-riforma consentirebbe di ristabilire l’equità contrattuale tra avvocato e cliente, poiché il compenso pattuito tra le parti non deve mai essere considerato spropositato o iniquo se liberamente concordato. Tale misura contribuirebbe a tutelare la professione da una svalutazione ingiustificata. - Protezione dell’Avvocato dalle Frodi dei Clienti
La tutela dell’avvocato deve estendersi anche contro le frodi perpetrate dai clienti, come bonifici falsi o mancati pagamenti. L’avvocato non dovrebbe mai essere obbligato a continuare la difesa in caso di inadempienza del cliente. È necessario prevedere una specifica fattispecie di reato, quale la “truffa ai danni dell’avvocato”, che protegga i legali dalle condotte fraudolente, permettendo loro di sospendere l’assistenza in caso di mancata corresponsione degli onorari stabiliti. - Riconoscimento Costituzionale dell’Avvocato
L’avvocato deve trovare pieno riconoscimento nella Costituzione come parte essenziale del processo e figura fondamentale nella tutela dei diritti. Valorizzare il ruolo dell’avvocato nella società, riconoscendolo costituzionalmente, contribuirebbe a rafforzare il rispetto per la sua funzione di promotore della giustizia e garante dell’equità, elevandolo a vero pilastro della democrazia e della difesa dei diritti fondamentali. - Abolizione dei Gettoni per Cariche Forensi
Le cariche nelle organizzazioni forensi devono essere espressione di impegno e servizio alla collettività, non una fonte di guadagno personale. L’abolizione dei gettoni di presenza per tali cariche restituirebbe a queste posizioni il loro valore originario, fondato sulla dedizione alla professione e sul rispetto del bene comune, senza che vi sia alcun ritorno economico che ne possa alterare la purezza d’intenti.
Con questo decalogo auspichiamo un rinnovamento dell’avvocatura, una professione che torni a essere rispettata e protetta nelle sue componenti essenziali, per garantire una giustizia più libera, autorevole e giusta per tutti.