Estradizione con l’Italia: guida completa su procedure e difesa legale

Non solo casi internazionali: anche i cittadini comuni possono essere coinvolti

L’estradizione non è un tema riservato solo a criminali internazionali o casi di alto profilo. Anche un imprenditore, un professionista o un cittadino qualunque può ritrovarsi coinvolto in una procedura di estradizione con l’Italia. Questo può avvenire sia nel caso in cui la persona viva in Italia e sia cercata da uno Stato estero, sia quando risieda all’estero ma sia accusata da un tribunale italiano.

Le due direzioni dell’estradizione: verso o dall’Italia

Estradizione verso l’Italia

Un altro Stato può richiedere di consegnare una persona accusata o condannata da un tribunale italiano. La procedura segue una serie di passaggi formali e legali ben precisi.

Estradizione dall’Italia

L’Italia può ricevere una richiesta di estradizione da parte di un altro Paese. Anche in questo caso, la procedura deve rispettare norme precise e le garanzie stabilite dalla legge italiana.

Le fasi della procedura di estradizione

Ogni procedura di estradizione è regolata da trattati bilaterali o multilaterali, come la Convenzione Europea di Estradizione. I principali passaggi includono:

  • Valutazione della richiesta da parte del Ministero della Giustizia
  • Controllo di legittimità da parte della Corte d’Appello competente
  • Eventuale autorizzazione del Governo italiano

Il principio della doppia incriminazione

Un requisito essenziale per l’estradizione è che il reato contestato sia punibile in entrambi gli Stati coinvolti. Questo principio tutela le persone da estradizioni arbitrarie per fatti non considerati reato secondo l’ordinamento italiano.

Quando viene richiesta l’estradizione?

Le richieste di estradizione sono sempre più frequenti in relazione a reati come:

  • Truffe e frodi internazionali
  • Criminalità economica e societaria
  • Narcotraffico e crimini transnazionali
  • Reati fiscali e riciclaggio di denaro

Motivi per negare l’estradizione

Non tutte le richieste vengono accettate. L’Italia può rifiutare l’estradizione se:

  • Il reato è di natura politica
  • La persona rischia la pena di morte
  • Lo Stato richiedente non garantisce diritti fondamentali
  • La persona è un cittadino italiano (in determinate circostanze)

Come difendersi da una procedura di estradizione

Chi è coinvolto in una procedura di estradizione ha il diritto di opporsi. La difesa può basarsi su vari elementi, come:

  • Mancanza di garanzie processuali
  • Sproporzione della pena prevista
  • Violazione di diritti fondamentali
  • Assenza dei requisiti giuridici per la consegna

Una strategia legale tempestiva e personalizzata è cruciale per proteggere i propri diritti e affrontare efficacemente il procedimento, tenendo conto delle leggi di entrambi i Paesi coinvolti.

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Simona Giannangeli

Short CV

L’avv. Simona Giannangeli è una professionista attiva nel foro dell’Aquila, specializzata in diritto civile, diritto di famiglia e diritto penale, con un profondo impegno nella lotta contro la violenza di genere. 

Nel 2007 ha fondato il Centro Antiviolenza dell’Aquila, dove offre consulenza e assistenza legale a donne vittime di violenza sia sotto il profilo civilistico che penalistico. 

Oltre alla sua attività forense, è stata anche capogruppo consiliare nel progetto politico “L’Aquila Coraggiosa” e si è contraddistinta per il suo contributo in percorsi inclusivi, solidali e a favore dei diritti delle donne.

Alexandro Maria Tirelli

Short CV

L’avvocato Alexandro Maria Tirelli, ha completato i suoi studi ed il suo cursus honorum in Italia, diplomandosi dapprima al Liceo Classico “Massimo D’Azeglio” di Torino – palestra intellettuale di numerosi pensatori italiani – laureandosi in seguito in Giurispudenza presso l’Università degli studi di quella stessa città, ed ottenendo poi un Master in Diritto dell’Economia e dell’Impresa presso l’Università “Carlo Cattaneo” di Castellanza (Varese).

Dopo una breve carriera quale dirigente d’azienda nell’ambito dell’export, responsabile per l’area legale nei rapporti con il Venezuela ed il Brasile, Alexandro Maria Tirelli decise di intraprendere l’attività forense, iscrivendosi alla pratica ed abilitandosi alla professione dopo aver sostenuto l’esame di Stato. Oggi è iscritto nell’albo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torre Annunziata (n.3240), del Distretto di Corte d’Appello di Napoli, ed esercita la professione quale avvocato penalista, dopo avere svolto un biennio di praticantato presso lo studio legale del presidente della Camera Penale del Foro di appartenenza, l’esimio avv. Antonio Cesarano, oggi  dirigente OUA. Tirelli  ha maturato una significativa esperienza in diritto penale, fondando  3 importanti studi a  Napoli, Roma  e Milano e maturando le sue prime esperienze, partecipando ai più importanti maxiprocessi contro la camorra e la mafia. Ha avviato il proprio studio, unitamente ad altri professionisti, con sedi in Napoli, Roma, Milano, specializzandosi nei reati in materia di stupefacenti, riciclaggio di denaro, omicidio, bancarotta fraudolenta e colpa medica.
Grazie alla conoscenza dello spagnolo, portoghese ed inglese, Tirelli ha avviato collaborazioni continuative  con studi legali internazionali  di primo piano in USA,  Europa e in Sud America, iniziando ad occuparsi di problematiche di diritto penale internazionale (Mandati di arresto europeo, estradizione e di trasferimento di prigionieri alle autorità giudiziarie italiane).

Attraverso la sua rete internazionale lo studio legale è in grado di seguire casi penali nei paesi dell’ America latina  (Rio de Janeiro, San Paolo, Buenos Aires, Bogotà, Medellin, Cali) negli Usa (Miami, New York), nel Regno Unito (Londra) , Spagna (Madrid e Barcellona) e Portogallo (Lisbona). Fa parte della lista ufficiale degli avvocati raccomandati dalla ambasciata degli Stati Uniti in Italia e dal Consolato Britannico di Napoli.